Riflessione sul bene comune: giustizia, democrazia, comunità


Ciao, ecco a voi una riflessione sul "bene comune", tema ancora oggi molto attuale. Oggi avevo particolarmente voglia di scrivere☺. Spero vi piaccia!Grazie. 

Il concetto di  “bene comune”, oltre che al termine di “bene”, che approfondiremo di seguito, richiama  il concetto di comunità. Per comunità intendiamo un insieme di individui accumunati di solito da una lingua, una struttura organizzativa sociale, un’estensione geografica limitata e valori condivisi. Tali individui possiedono la consapevolezza di una comune identità, una storia comune e ideali e tradizioni condivise. La comunità è quindi una dimensione sociale che in qualche modo può essere intesa anche come l’estensione della famiglia e richiede la condivisione di comportamenti, valori ed il rispetto di norme.
In questo contesto con il termine “bene” intendiamo sia beni materiali che immateriali che assumono per l’individuo e la comunità un valore positivo e quindi per “bene comune” consideriamo l’insieme di quei beni che la comunità nel suo complesso ritiene meritevoli di essere detenuti, garantiti o perseguiti.

Per me il concetto di bene comune assume quindi questo significato e proprio per questo motivo ritengo che sia necessario che l’intera comunità di riferimento né identifichi la natura. Ogni individuo vive all’interno di diverse tipologie di comunità, ognuna delle quali si differenzia per contesto geografico o sociale di riferimento. Ad esempio io vivo all’interno di una famiglia, di una scuola,  di una comunità territoriale e quest’ultima comunità può estendersi a livello regionale, nazionale e oltre.
Nel corso della storia ogni comunità si è trovata di fronte al dilemma di identificare quali fossero questi beni comuni e ogni conclusione ha sempre determinato ulteriori ricerche e riflessioni senza mai giungere a una conclusione definitiva.
La mia valutazione oggi è frutto dello specifico contesto in cui vivo e delle mie conoscenze ed esperienze. Certamente la prima tipologia di beni che considero vitali sono sia quelli materiali, che immateriali senza i quali nessun altro bene può essere posseduto o perseguito. Beni vitali sono per me quelli indispensabili alla vita e alla salute, alla integrità personale e che garantiscono la libertà personale e di espressione e il diritto di proprietà e tali diritti devono essere assolutamente garantiti a livello individuale, a prescindere da qualsiasi decisione presa a livello comunitario. Nella storia molte volte sistemi non democratici hanno creduto di perseguire un bene superiore comune senza curarsi di questi diritti fondamentali dell’individuo ma le conseguenze sono sempre state tragiche e hanno determinato società ingiuste e autori come Orwell, ad esempio, hanno bene descritto società di questo tipo.
Come cittadini del mondo dobbiamo cercare di garantire questi diritti fondamentali non solo alle comunità in cui viviamo ma anche  a chi in questo contesto storico (pensiamo a certe regioni dell’Asia, dell’Africa o del Sud America) non ne ha garanzia ed anche agli individui delle generazioni che verranno, in termini di sostenibilità ambientale, economica e sociale.
La prima cosa che una comunità deve assicurare sono proprio questi beni non negoziabili e nelle società moderne di solito questi diritti vengono identificati mediante specifiche leggi costituzionali. Queste norme fondamentali identificano anche un sistema di regole di funzionamento della società che devono garantire un sistema di pesi e contrappesi che assicurino la partecipazione di tutti  alle scelte della comunità e quindi una coesione sociale.
La giustizia in questo senso è l’insieme delle leggi e delle regole condivise democraticamente a cui applicazione è il compromesso migliore per soddisfare i diritti individuali e collettivi e quindi rappresenta il bene comune per antonomasia e da salvaguardare sopra ogni cosa. 
La comunità deve quindi essere coinvolta nel suo insieme nella definizione dei beni comuni e nelle modalità con cui assicurarne la disponibilità e la fruizione. In società sempre più complesse ed interconnesse come le nostre, sempre più eterogenee culturalmente, non è facile fare in modo che i valori e gli interessi di tutti siano adeguatamente rappresentati e talvolta c’è sempre il rischio di tenere conto delle specificità di tutti anche a discapito di diritti individuali fondamentali.
Nella storia sono stati sperimentati vari e differenti sistemi per cercare di identificare e garantire il “bene comune” e si tratta di tentativi sempre in via di evoluzione anche ai nostri giorni.
Molte società e comunità ancora oggi si sono dotate di sistemi che diremmo antidemocratici, dittatoriali od oligarchici che identificano il bene comune con il bene di un’elite o addirittura di una persona o di specifici interessi economici.
Io credo che per potere davvero provare a garantire una corretta identificazione del bene comune e assicurare che tutti si sentano davvero parte di una comunità sia necessario stimolare una partecipazione attiva di tutti i componenti della comunità alla vita e alla gestione della stessa sia in forma diretta che mediante forme di rappresentanza, in un contesto in cui ogni potere dello stato sia libero e indipendente e a ognuno sia garantita uguaglianza di diritti e di opportunità.


Grazie  ancora per il vostro tempo. Cosa ne pensate?☺ Se vi è piaciuto commentate !!

A.


 

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