La linea d'ombra, riflessione sul romanzo di Joseph Conrad


Ciao a tutti, oggi posto per la prima volta e voglio proporvi una mia riflessione sul romanzo "La linea d'ombra di Joseph Conrad.

Grazie.



La linea d’ombra è il titolo del romanzo di Joseph Conrad in cui l’autore racconta le vicende di un ragazzo fino al conseguimento  del comando di una nave ed alla conquista della propria consapevolezza.


E’ una storia ambientata ai tempi di Conrad ma la cui tematica principale, il passaggio dall’adolescenza alla maturità, è riconducibile alla condizione umana di ogni tempo ed anche naturalmente all’oggi e mi coinvolge particolarmente in quanto giovane chiamata a decidere della mia vita.

La metafora che Conrad utilizza per descrivere il manifestarsi di questo particolare momento della vita è un’immagine poetica ed evocativa; è come una linea d’ombra che per la prima volta appare e rivela l’esistenza di qualcosa di nuovo, misterioso, incombente e disturbante. Di cosa si tratta? E’ una rivelazione e una chiamata che non lascia indifferenti e che può generare i più vari sentimenti. 

Credo che ognuno possa provare sensazioni differenti anche in relazione al proprio carattere come noia, insoddisfazione, desideri, sogni, paure, ambizioni, violenza, rivolta e quindi rispondere differentemente e orientare la propria vita in varie direzioni.

E’ un confine che appare, un’opportunità che si presenta per andare oltre e affrontare il mistero della vita o ritirarsi in buon ordine e non superarlo.

Tutte le società, anche quelle più antiche, hanno costruito riti di iniziazione e passaggio per marcare e rendere coscienti i giovani della necessità di affrontare questo passaggio e di andare oltre.


Si trattava di riti che prevedevano in alcuni casi esperienze dolorose, il distacco forzato dalla famiglia, l’abbandono e l’esclusione temporanea dalla comunità, lunghi viaggi solitari e, in ogni caso, momenti in cui, da soli, si doveva riflettere sulla propria condizione. Oggi questi riti non esistono più e gli adolescenti spesso rimangono sempre più a lungo all’interno di una condizione di confortevole “bonaccia” indefinita dove sembra che la cosa più importante sia quella di non rischiare e non fare errori che possano pregiudicare un razionale “curriculum” o le attese della famiglia per un radioso avvenire. 
La linea d’ombra però appare comunque, non si può fare finta di niente e il fatto che oggi sembrino essersi contratti gli spazi di libertà, generano in noi giovani crescenti sensazioni di inadeguatezza, di impotenza che portano ansia, la ricerca di prolungare una giovinezza spensierata, evasioni in eccessi alcolici o con sostanze di vario tipo.

La linea d’ombra ci chiama a non avere paura, a prendere coscienza di noi stessi e ad affrontare con curiosità l’ignoto, con la consapevolezza che le giornate non potranno essere tutte luminose e non sarà sempre vittoria ma che con un po’ di coraggio, di ottimismo e, perché no, anche di sventatezza realizzeremo il nostro destino.

Per vivere bisogna passare il confine, cogliere le occasioni, ascoltare l’istinto, fidarsi di sé, agire, decidere, cadere, soffrire, piangere, ridere, rialzarsi: adempiere al proprio destino direbbero gli antichi. 

Anche io ho visto la  linea d’ombra di cui parla Conrad, delusioni e sconfitte generano dubbi e paure, producono immobilismo e tentennamenti che rischiano di diventare un circolo vizioso. Spesso rifletto allora su me stessa e cerco di capire chi sono, cosa farò e cosa potrò realizzare e mi terrorizza la possibilità di non riuscire. La storia di Conrad forse insegna che la soluzione è molto più semplice e bisogna buttarsi nella mischia approfittando delle occasioni che si presentano, senza tirarsi indietro, dando fiducia alla nostro “io” più profondo.


Il protagonista del racconto, giovane e annoiato dal suo lavoro di marinaio, approfittando delle opportunità che si presentano, decide di uscire dalla sua “comfort zone” e assume l’incarico di capitano di una scalcinata nave e di un improbabile equipaggio. Si tratta di un rischio che il giovane assume tra paure, ansie ed insicurezza e che presenterà un conto salato  ma che consentirà al ragazzo di diventare uomo e di salvare vite umane.

Le decisioni, quelle che prendiamo noi e non gli altri per noi, ci fanno crescere; credo che in gran parte anche le opportunità e la capacità di cogliere i colpi di fortuna siano un’indiretta conseguenza della nostra disponibilità e apertura alla vita.

Molte persone si sentono bloccate dalla paura e si tirano fuori o delegano ad altri la propria vita, il proprio futuro credendo di vivere tranquilli e soddisfatti ma, la ricerca di sicurezza, che è tipica della nostra società contemporanea, in realtà produce sempre più insicurezze.

Bisogna aprirsi alle molteplici possibilità ed occasioni che questo momento di passaggio della vita ci concede, usciamo dalle nostre camerette, cambiamo noi stessi e miglioriamo il mondo. Le nostre crisi ci spingono e ci sollecitano al cambiamento e all’azione, a rimettere in discussione le nostre verità, a riaprire cassetti chiusi, a rimetterci in viaggio come il protagonista, a confrontarci, ad ascoltarci e ad ascoltare. L’ignavia e l’immobilismo spesso ci ostacolano ma siamo sempre chiamati a scegliere, a schierarci, a decidere cosa fare e ad agire. E’ più semplice di quanto si pensi, bisogna fare un paso avanti e poi un altro e poi la strada si trova da sé.


Grazie per la lettura. 

Cosa ne pensate? Alla prossima☺! Se vi è piaciuto commentate!!

A.



 

 

 

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