Storia della lingua italiana fino ai giorni nostri

Ciao, vi propongo un breve excursus sulla storia della lingua italiana. Spero vi piaccia!!

Grazie. 


Da dove deriva la nostra lingua? Dal latino, lingua dell’Impero romano che si estendeva fino all’estremo nord dell’Europa con la Britannia, all’estremo ovest con la Penisola iberica, ad  est con la Turchia e il Medio Oriente e a sud del Mediterraneo con l’Africa del nord. Tutto questo immenso territorio parlava latino e aveva una stessa cultura e religione. Il latino scritto fu usato per creare opere importantissime come poemi epici o opere filosofiche e ancora oggi alcune parole che usiamo quotidianamente sono rimaste immutate come ad esempio gratis, idem, aula magna, referendum...

Oltre al latino scritto esisteva però anche il latino parlato, usato dal popolo, che a poco a poco iniziò a differenziarsi dalla lingua scritta: il latino scritto rimase invariato con precise regole grammaticali, mentre il latino parlato cambiò negli anni influenzato anche dalle invasioni barbariche, la cui lingua si mischiò con quella dei popoli locali contribuendo alla formazione di nuove parole (ad esempio, dal longobardo, staffa, stinco, guerra…) 

Man mano nelle varie regioni dell’Impero la lingua parlata assumeva sfumature diverse e siccome era utilizzata dal popolo (il vulgus) venne chiamata “lingua volgare”, nacquero quindi i volgari neolatini: l’italiano, il francese, il portoghese, lo spagnolo, il rumeno e altre lingue minori. Alla fine delle invasioni barbariche intorno al 1000 d.C. il volgare, che inizialmente era una lingua solo parlata, inizia a essere trascritta (il primo documento scritto è l’Indovinello Veronese, poi il Placito di Capua)e ciò gli conferì lo status di lingua autonoma.

Il latino scritto rimase invariato e veniva utilizzato da persone di alta cultura e dalla Chiesa (che lo ha utilizzato per celebrare i riti religioni fino al 1963).

Il volgare dopo il 1200 inizia a essere utilizzato come lingua letteraria, cioè per comporre poesie (poesie di tipo religioso come Il Cantico di Frate Sole di San Francesco d’Assisi e poesie d’amore come quelle dei poeti siciliani) novelle e opere. 

Nel 1300 Dante nel “De Vulgari Eloquentia”, affrontando il tema della lingua volgare, identificò il volgare fiorentino come lingua adatta a rappresentare il modello di scrittura ideale e lo utilizzò per comporre la sua opera più celebre: la Divina Commedia.

Grazie a Dante, a Petrarca e a Boccaccio la lingua volgare toscana acquistò a poco a poco prestigio diventando lingua letteraria italiana; anche il teatro ebbe un importante ruolo riguardo la diffusione e l’evoluzione della lingua.


Nonostante ciò in Italia si continuò a parlare centinaia di dialetti diversi, il latino rimaneva ancora la lingua di cultura ma grazie ad Alessandro Manzoni con la sua opera “I Promessi Sposi” si assisterà a un rafforzamento sia della lingua letteraria italiana sia della lingua parlata.

Al momento dell’Unificazione del Regno d’Italia nel 1861 la lingua italiana era parlata da una poca minoranza di cittadini mentre la grande maggioranza utilizzava per esprimersi i dialetti, solo grazie all’istruzione obbligatoria e successivamente all’arrivo della radio e della televisione la lingua italiana si diffuse rapidamente in tutta la Penisola.

L’Italiano rappresenta la nostra Nazione, l’Unità, è il riflesso della nostra cultura (senza una lingua non esisterebbe una cultura e senza una cultura non esiste l’identità), non a caso secondo “l’ipotesi della relatività linguistica” o ipotesi di Sapir-Whorf lo sviluppo cognitivo di ciascun essere umano è influenzato dalla lingua che parla e il modo di esprimersi determina il modo di pensare. 

L’Italiano esiste e si diffuse, prima dell’arrivo di radio e televisioni, grazie alla letteratura che mantenne la lingua quasi inalterata attraverso i secoli da Dante fino a noi; per questo l’italiano rappresenta la nostra cultura e la nostra identità, il nostro passato.
Dobbiamo essere orgogliosi della nostra lingua e non cercare di sostituire termini già esistenti in italiano con parole straniere (Imperialismo culturale anglosassone) come invece accade spesso in televisione e sui giornali perché ciò comporta il suo impoverimento. Spero che in futuro la lingua italiana acquisti maggior importanza, magari in ambito artistico e culturale come lo era stato il latino e che gli Italiani abbiano più autostima e orgoglio della propria Nazione. Come Primo Levi, prigioniero in un campo di concentramento, privato quasi della sua individualità, solo ricordandoci delle nostre radici, della nostra storia, risalendo alla nostra identità riusciremo a superare i momenti di difficoltà, a riaccendere l’autostima e l’orgoglio italiano in un momento di crisi per l’intera economia mondiale, un tema molto attuale.

 

Grazie per l'attenzione!! Cosa ne pensate?

Se volete propormi un tema di attualità da affrontare non esitate a scriverlo nei commenti!

Grazie.

A.




 

 

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